Come tutti gli anni, con un gruppo più o meno variabile di amiche/colleghe non perdo l’occasione di visitare Milano durante la sua settimana più famosa, la design week. I tour sono più o meno consolidati, Tortona, Ventura Lambrate, una puntatina a Brera o in centro per vedere le novità degli show room, qualche volta anche i saloni veri e propri della fiera. Quest’anno però avevo voglia di visitare qualcosa di nuovo perché a me, del fuori salone, interessano molto le location, gli allestimenti che fanno da cornice agli oggetti, insomma tutto quello che mi coinvolge e mi crea emozione ed é di solito un’insieme ben equilibrato delle due. È per questo che mi ha particolarmente colpito la mostra organizzata da Louis Vuitton al palazzo Bocconi, sul corso Venezia. Dopo aver atteso pazientemente in coda per una mezz’oretta, sono entrata nel cortile di questo magnifico palazzo e subito, varcata la soglia, mi sono sentita trasportata in un altro mondo, un mondo che appartiene ad un’altra epoca, fatto di ingressi sontuosi, scale principesche, spazi che impressionano sia per la dimensione che per la ricchezza dei materiali. Mentre percorrevo quelle stanze, con sotto ai piedi il legno intarsiato dei magnifici mosaici, le luci sfavillanti delle lampade e i rivestimenti delle pareti in un’atmosfera inebriante a far da cornice agli oggetti della capsule collection (lampade, sedute, paraventi, etc di una fattura squisitamente elegante) ci si sente diverse, lontane dal proprio quotidiano, in un certo senso anche importanti, perché tutto sembra solenne senza incutere timore. Ed in fondo anche se credo che l’architettura e il design abbiamo tantissime funzioni, anche sociali, a volte è bello che facciano semplicemente sognare.
Author: Trevisan
RESPIRARE DESIGN A PARIGI
Avendo una sorella che abita a Parigi, approfitto spesso della sua ospitalità per visitare questa città meravigliosa che conosco abbastanza bene, avendoci studiato da studente Erasmus e recandomi una o più volte l’anno. Cosa c’è infatti di più formativo per un architetto che perdersi tra i quartieri della Ville Lumière alla scoperta di sempre nuovi dettagli che catturano la tua attenzione. Ogni volta cerco sempre nuovi itinerari da scoprire: in quest’occasione, pur essendoci già stata, ho perlustrato in lungo e largo l’10th e devo dire che ho amato moltissimo la zona attorno alla rue des Vinaigriers e la rue Lucien Sampaix, stradine piene di posti molto design, come negozi ma soprattutto caffè e ristorantini.
La mia ultima scoperta, anche se non casuale, visto che ne avevo sentito parlare da Igor nel suo blog http://happyinteriorblog.com è stato Hollybelly, un locale dove si può gustare un ottimo caffè cosa che non è così frequente a Parigi e che invece per noi italiani é abbastanza vitale, e mangiare qualcosa in un ambiente molto carino. Consiglio comunque di perdersi tra le stradine del quartiere perché si possono scoprire sempre nuovi angoli e non ultimo fare un salto alla libreria Artazart proprio sul Canale Saint Martin dove si possono passare ore a sfogliare libri meravigliosi di arte, design e soprattutto grafica…da rimanerci tutta la giornata se si è appassionati.
LA CAFFETTERIA DEL CHIOSTRO DEL BRAMANTE
Ho sempre pensato che il modo migliore per capire a fondo un’architettura sia viverne lo spazio, svolgendo anche un’attività che nel rispetto dell’opera permette allo spettatore di diventarne anche fruitore: assistere ad un concerto, una conferenza o godersi la pausa pranzo in ambienti quali musei, chiese, biblioteche, etc. permette di vivere un’esperienza che coinvolge emozionalmente e dà vita all’immagine altrimenti statica, da cartolina alla quale si associa solitamente l’edificio. E’ per questo che sono stata piacevolmente sorpresa quando, durante il mio ultimo week end a Roma, ho pranzato in un luogo molto speciale come il chiostro del Bramante, capolavoro del Rinascimento Cinquecentesco.
Nel loggiato superiore è possibile sedersi in uno dei tavolini della caffetteria del centro culturale che lì ha sede e godersi in tutta rilassatezza l’armonia e la raffinatezza di questo gioiello di architettura, osservarne il gioco di luci e ombre, ed indugiare senza fretta sulle proporzioni e sui dettagli, al riparo dalla frenesia e vivacità della strade del centro storico. La pausa pranzo diventa così l’occasione per un’osservazione più attenta, che predispone alla riflessione su un’architettura alla quale forse avrei dedicato solo una visita di passaggio. Per maggiori informazioni anche sulle altre bellissime iniziative cliccate il seguente link